Che cos’è la ‘nduja
Si tratta di un particolare tipo di insaccato dalla consistenza morbida, cremosa e dal colore rosso acceso dovuto all’alta concentrazione di peperoncino piccante. Una specialità tutta calabrese ma dalle origini poco chiare, come accade per moltissime pietanze della cucina contadina. La tradizione orale, si sa, è molto spesso vaga ed imprecisa e non deve sorprendere se esistono tanti racconti sulla sua nascita e sul processo di lavorazione. L’unica cosa certa è che sia un prodotto nato dall’esigenza di non sprecare nulla del maiale.
Come si produce la ‘nduja
Come da tradizione calabrese, la ‘nduja viene prodotta solitamente durante i mesi invernali con le parti più grasse della carne di maiale, quali il guanciale, la pancetta ed il lardello, che vengono tritate e poi impastate insieme ad un abbondante quantitativo di peperoncino piccante calabrese, che, oltre a dare alla carne un colore rosso ben definito, ne permette una lunga conservazione; le proprietà antisettiche del peperoncino, infatti, fanno sì che la ‘nduja non abbia bisogno di alcun conservante, rendendolo così un prodotto al 100% naturale e genuino. Al peperoncino si devono inoltre gran parte delle proprietà nutritive e benefiche della ‘nduja, che può diventare un valido alleato dell’apparato digerente e circolatorio.
Come si mangia la ‘nduja
Il modo più comune (ma non per questo meno gustoso!) è quello di spalmare la ‘nduja su una fetta di pane casareccio, tostato o appena sfornato, ma è molto diffusa anche come base per primi piatti. La pasta con la ‘nduja, che sia fileja, scialatielli o spaghetti, è infatti un must della cucina calabrese che chiunque deve provare almeno una volta nella vita. Può essere poi usata come ingrediente per condire la pizza o come ripieno per polpette, arancini e panzerotti. Ottima anche su fette di formaggi semi-stagionati o per delle squisite frittate.